70 anni di un’icona sportiva

Presentato all’inizio del 1953 il prototipo della prima generazione Corvette.

Settanta anni fa, all’inizio del 1953, Chevrolet esponeva il prototipo XP-122 che prefigurava la Corvette C1, la prima generazione della sportiva americana, che neppure sei mesi dopo sarebbe uscita dallo stabilimento GM di Flint, in Michigan. La presentazione si era svolta al più fascinoso Waldorf-Astoria Hotel di New York, in occasione di Motorama, l’annuale salone privato del gruppo GM in occasione del quale la maggiore industria automobilistica americana esponeva all’epoca i nuovi modelli ed alcune concept car che spesso anticipavano modelli destinati ad entrare prima o poi in produzione. La XP-122 era una di queste. Un milione e mezzo di Corvette prodotte sono lì a testimoniarlo.

Ammettiamolo. Quando si parla di sportive americane, noi europei storciamo un po’ il naso. Troppo facile ottenere elevate potenze da motori di grossa cilindrata, diciamo. E poi, per noi, la granturismo deve essere tecnicamente sofisticata. Altrimenti, che gusto c’è? A torto pensiamo che solo il nostro punto di vista possa essere quello giusto. Non ci prendiamo la briga di scoprire “culture automobilistiche” differenti dalla nostra e soprattutto non ci passa neanche per la testa di sollevare il cofano e guardare davvero cosa c’è sotto davvero.

Prendiamo allora la Corvette. Ha la carrozzeria in fibra di vetro. Da sempre, fino dalla prima C1 prodotta. All’inizio degli Anni Cinquanta i progettisti scelsero questo materiale perché avevano poco tempo a disposizione per realizzare il prototipo XP-122, ma poi fu adottato perché era la soluzione economicamente conveniente per realizzare la prima piccola serie di Corvette C1 (300 unità da Giugno a Dicembre 1953). Sia come sia, all’epoca era qualcosa fuori dal comune: neppure le auto da corsa avevano la carrozzeria in fibra. Poi sulle Corvette successive arrivarono i tergicristalli a scomparsa, il controllo elettronico della pressione dei pneumatici, lo head-up display ed i fari che si accendono automaticamente non appena scende l’oscurità, tanto per dire alcune delle innovazioni tecnologiche che Chevrolet propone in anteprima sulla sua granturismo e poi magari riprende su altri modelli della gamma (come, ad esempio, l’alimentazione ad iniezione adottata nel 1957 sui V8 della Corvette e che alla fine degli Anni Ottanta divenne di serie su tutte le Chevrolet). Perché in General Motors, Corvette è anche una vetrina di tecnologie.